Per chiedere preghiere alle Benedettine di Fermo, potete scrivere al seguente indirizzo di posta elettronica: m.benedettine @ alice.it (scrivere l'indirizzo tutto attaccato, senza spazi). Le donne nubili possono chiedere anche di poter trascorrere alcuni giorni di ritiro spirituale nella foresteria del monastero per fare un'esperienza vocazionale.

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giovedì 28 luglio 2016

Pregare per la conversione delle anime

La preghiera è una potente arma per convertire le anime a Dio. Sentite questo fatto raccontatomi da una monaca.

[...] A proposito della preghiera, voglio raccontarti un altro episodio che mi riguarda e di cui non ti avevo parlato. Nel 1990 (più o meno) venne rapita una bimba di 8 anni nella zona di [...]. Come comunità c'impegnammo intensamente nella preghiera e nel sacrificio quotidiano, contattammo telefonicamente e per iscritto i genitori della bambina che dopo un po' di tempo venne liberata. Successivamente, la bambina ci mandò come ringraziamento un foglio disegnato: tanti fiori ed una piccola farfalla -che la rappresentava- libera e felice di vivere e di volare. Io, però, non mollai e ripresi a pregare intensamente per i suoi rapitori perché prendessero coscienza del male perpetrato nei confronti di una minore e si convertissero. Non ci crederai, ma anche a me sembra impossibile ed ancora ho le lacrime agli occhi e la pelle d'oca quando ci penso. Dopo qualche mese, arrivò dalla casa circondariale di [...] una lettera indirizzata a me: "Carissima, sono [...], il rapitore di [...] e vengo a te, varcando la clausura, per chiederti di aiutarmi nel cammino di conversione...." Come aveva avuto il mio indirizzo? Per caso e in carcere dove circolavano delle riviste su una delle quali c'era un messaggio pasquale che io scrissi da novizia. Da quel giorno la corrispondenza con [...] non è mai cessata e per ben due volte mi ha telefonato dalla Parrocchia in cui attualmente presta servizio nello stato di semi-libertà ottenuto per buona condotta in carcere. Egli ha finito gli studi teologici per diventare diacono permanente. Caro D., il Signore mi aveva dato una prova, di fronte alla quale avvertii tutta la mia piccolezza, ma nello stesso tempo una gioia incontenibile che conservo e custodisco gelosamente nel cuore.

Se vuoi mettere anche questo episodio sul blog, sei libero, evitando i nomi e citando solo il Monastero.

venerdì 1 aprile 2016

Intervista alla Madre Abbadessa


Ho fatto alcune domande sulla vita religiosa a Madre Maria Cecilia, Abadessa del monastero delle Monache Benedettine di Fermo (Marche), la quale ha gentilmente accettato di rispondere.

- Per i mondani è assurdo rinchiudersi in un monastero di clausura. Ci può spiegare qual'è la missione delle suore di vita contemplativa?

- Non ci rinchiudiamo come delle sepolte vive, ma viviamo la vita monastica nell'alternanza di preghiera e di lavoro, vissuto questo come prosieguo della preghiera stessa, in collaborazione con Dio nella creazione, conservando sempre il primato di Dio e non la sete del guadagno. La preghiera abbraccia il mondo intero ed è l'anima della missione stessa; l'ospitalità praticata restituisce la dignità di figli di Dio a tanti nostri fratelli e sorelle che bussano al Monastero sfiniti nel cammino di vita. La vita fraterna intessuta di relazioni a carattere positivo fra noi consorelle, nonostante le inevitabili difficoltà, è profezia carica di speranza che grida: "Con Dio si può".

- Molta gente inesperta di vita religiosa pensa erroneamente che sia triste e noioso vivere in un monastero di clausura. Come mai invece siete così gioiose e felici di aver abbracciato la vita monastica?

- Chi osserva dall'esterno un Monastero, lo considera una sorta di gabbia, ma in esso c'è un vissuto ricco di relazioni con Dio nella preghiera- coltivata con la lectio divina e il silenzio- e fra le sorelle, nella condivisione gioiosa di un cammino in cui ci si esorta ed incoraggia a vicenda, sperimentando ogni giorno la bontà del salmo 132 che così recita: "Quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme. E' come olio sul capo..." . L'olio lubrifica e ridona vigore, come il perdono scambievole la sera a compieta che non permette alla ruggine del rancore di consumarci.

- Ci sono alcune lettrici del blog che sono incerte sullo stato di vita da eleggere. Che consigli vorrebbe darle a tal proposito?

- Alle ragazze incerte consiglio con semplicità di fare gli esercizi spirituali, di pregare e di trovarsi un bravo Direttore spirituale.

- Voi monache siete disponibili ad accogliere delle ragazze che vogliono discernere la propria vocazione, o che desiderano semplicemente trascorrere alcuni giorni di raccoglimento, riflessione e preghiera?

- Noi Benedettine di Fermo siamo disponibili ad aiutare le ragazze nel discernimento vocazionale con libertà e rispetto; siamo altrettanto disponibili per le ragazze che vogliono trascorrere un tempo di preghiera, raccoglimento e riflessione.

- Se delle lettrici del blog volessero contattarla per farle delle domande sul tema della vocazione religiosa, a quale indirizzo devono scriverle?

- Mi si può contattare via e-mail, per telefono o scrivendomi all'indirizzo postale.

martedì 25 agosto 2015

Testimonianza

Pubblico la testimonianza di una donna.


Il 4 agosto sono arrivata al Monastero delle Benedettine di Fermo. Ero ospite da un'amica e lei mi ha indirizzata al Monastero. Avevo anche letto le testimonianze su questo blog. Sono arrivata qui per una serie di circostanze apparentemente casuali, ma di certo guidate e volute dal Signore.  Dico così, perchè mi sono subito sentita a mio agio, accolta con attenzione nei minimi particolari. Mi ha colpito, al mio arrivo, la perfetta accoglienza, ero "attesa" da qualcuno che me lo dimostrava con "tenerezze": la tavola apparecchiata con cura, un bigliettino di benvenuto. Nella discrezione operosa delle sorelle ho trovato sorrisi e gentilezza. Tutto, anche i dettagli nella camera e nel bagno, mi parlava di una cura e di un amore per me. Anche se nessuna mi conosceva, mi sono sentita trattata con amore. Madre Cecilia con la sua semplicità, la sua concretezza, mi ha fatto sentire accolta, compresa nel profondo della mia persona, valorizzata nella mia persona. Mi ha fatto sentire talmente a mio agio che mi sono subito fidata di lei perchè la sua disponibilità ed il suo sorriso mi hanno accolto con amore. Sono grata al Signore per questa esperienza, i dialoghi con Madre Cecilia sono stati spontanei, naturali ed allo stesso tempo profondi ed autentici. La Madre mi ha trasmesso l'Amore del Signore per me. Mi hanno colpito molto anche le attenzioni rivolte a me durante i momenti di preghiera che ho vissuto insieme alle sorelle: durante il Rosario Madre Cecilia ha espresso un'intenzione di preghiera per me ed abbiamo detto una decina del Rosario per questo. Madre Cecilia mi ha anche in modo molto semplice e naturale invitato a pregare con lei attraverso la Lectio Divina, che non avevo mai fatto. Si tratta di leggere la Parola e poi meditare, e lì il Signore ha parlato al mio cuore, ma lo ha fatto anche attraverso le parole di Madre Cecilia che mi ha letto nell'anima anche se non mi conosceva nemmeno.

La giornata è scandita dalla preghiera, non resta molto tempo non "occupato", tutto è un richiamo a mettere al centro della propria vita Dio. La mia preghiera preferita è stata l'ora Terza alle ore 9.00 del mattino, perchè è l'ora della discesa dello Spirito Santo e mi aspetto molte grazie dal Signore e dal suo Santo Spirito. Per chiunque entrasse qui e fosse un minimo leale con il proprio cuore, non potrebbe non domandarsi che cosa riempie gli occhi ed il cuore di queste suore. Non potrebbe non andare oltre la superficie fino a trovare la sorgente di queste vite. Perchè: che senso mai può avere un monastero? Perchè delle donne scelgono un tipo di vita come questo? Che cosa, o meglio, CHI è la sorgente?

Io ho trovato questa Sorgente qui con le sorelle, e mi è nata una preghiera dal cuore: Signore ti prego, rendimi semplice come una bambina, quella bambina che da sempre tu conosci e di cui scruti il cuore, e mostrami le tue vie, il tuo piano meraviglioso per me, attendo tutto da Te. Rivelati mio Signore: cosa vuoi che io faccia?



lll

lunedì 3 agosto 2015

La pace della vita monastica

Una ragazza mi ha raccontato la sua esperienza vocazionale in un monastero di monache Benedettine.

Salve, caro Cordialiter, sono una ragazza di 16 anni che dal 18 al 24 giugno ha fatto un'esperienza presso il Monastero delle Benedettine di Fermo. Soffrivo molto a causa della separazione dei miei genitori e decisi di trascorrere alcuni giorni in un luogo di pace. Cercai su Google un monastero, trovai il tuo blog e iniziai a leggere tutto ciò che vi era scritto. Ho scritto un'e-mail, mi ha subito risposto l’Abbadessa del monastero per concordare insieme i giorni. Non ci conoscevamo, ma Dio è così buono che mi ha fatto trovare bene insieme alle monache già dal primo momento. Non mi aspettavo di trovarle così unite, così benevole, così rispettose fra di loro. Cantavano i salmi con ardore, fervore e rispetto verso Dio. Non mi aspettavo un’Abbadessa che svolgeva il suo ruolo in maniera materna, e sentivo che si metteva nei miei panni e che con lei mi potevo sfogare senza essere giudicata. Mi ha spiegato come bisogna trovare la pace dentro di noi e anche la lectio divina giornaliera. Poi dalla Madre sono stata affidata a qualche sorella che mi ha aiutata nei vari lavori, con amore e disponibilità. La compieta, alla fine della giornata, era come una carezza rassicurante. Alla fine dei salmi, si spengono le luci, rimane illuminata solo la statua della Madonna per l’antifona mariana, seguita dalla benedizione della Madre Abbadessa, poi silenzio…e pace!

L'esperienza mi è stata utile per trovare la pace, la serenità e tornare a casa con il proposito di essere più presente nella mia famiglia, donando il mio piccolo contributo di allegria, di disponibilità, di unione.

Un grazie alle Monache, un grazie anche a te, caro Cordialiter, per avermi fatto scoprire - tramite il tuo blog - questo Monastero.

(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                       hai fatto bene ad andare in un monastero per trascorrere alcuni giorni di raccoglimento, meditazione e preghiera, ritrovando così la serenità interiore. Come tu stessa hai notato, nel monastero delle Benedettine di Fermo c'è un clima di grande carità fraterna, cordialità, letizia cristiana, ecc. Dovrebbe essere così in tutti i monasteri, ma purtroppo so che in certi altri posti le cose non vanno molto bene. Per questo motivo alle persone in discernimento vocazionale raccomando spesso di non scegliere un monastero qualsiasi, ma uno buono.

Hai ragione, l'Abbadessa delle Benedettine di Fermo è una persona materna, comprensiva e caritatevole. Quanta pazienza bisogna avere per consolare le persone che soffrono! Ma lei cerca sempre di aiutare le anime in difficoltà. Del resto una vera monaca deve avere il cuore di una mamma, poiché i cuori acidi e freddi non sono adatti alla vita religiosa.

Questa proficua esperienza che hai fatto in monastero ti ha permesso di poter apprezzare l'importante missione delle suore di clausura e l'angelica bellezza della vita monastica. Spesso i mondani pensano che le monache sono persone tristi e infelici che vivono recluse nei monasteri, mentre tu hai potuto constatare che in realtà sono persone gioiose, serene e felici.

Spero tanto che tu possa continuare a riflettere sulla vocazione religiosa, nella speranza che un giorno Gesù buono possa catturarti e tenerti tutta per Sé in qualche monastero.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter

lunedì 18 maggio 2015

Intervista a una postulante

Intervista a una postulante delle Benedettine di Fermo.

- Come hai cominciato a capire che il Signore ti stava chiamando alla vita religiosa?

- Ho sempre cercato Dio, ma non avevo coscienza di una probabile vocazione fino alla sosta in Monastero per qualche giorno di preghiera. Un colpo di fulmine in quei pochi giorni che - al rientro - sono stati per me un continuo memoriale ed un pungolo che mi sollecitava a ritornare nel luogo in cui avevo fatto una forte esperienza di Dio.

- Che cos'è che ti affascina della vita contemplativa?

- Mi affascina il primato a Cristo in tutte le cose. Nel mondo, c'è quasi  un prurito verso l'interferenza altrui nella propria vita. Si arriva alla maggiore età e ci si vuol costruire da soli, in modo autonomo e non accettiamo di conseguenza  una guida che ci aiuti a camminare. Ora invece capisco che occorre essere guidati, non mi fa paura l'obbedienza alla Madre Abbadessa che "nel Monastero fa le veci di Cristo" (Regola di S. Benedetto cap. 2): obbedienza è vera libertà! Madre Cecilia - coadiuvata da una monaca - mi segue con dolcezza e fermezza. Anche i rapporti fraterni si vivono in modo diverso, quando si da’ il primato a Cristo. C’ è  un salmo che dice: "Quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme. E’ come olio profumato….lì il Signore dona la vita e la benedizione " (Sl 132). Lo sto sperimentando ogni giorno che passa: l’ altra è per me ‘sacramento’ della Sua presenza, nonostante i limiti e le difficoltà.

- I mondani pensano che sia triste vivere in un monastero di clausura. Tu ti senti triste?

- Anch'io prima sono stata nel mondo (mondana), ma non ho mai pensato che le monache fossero tristi perché è una scelta di vita liberamente desiderata. Ora che ci sono dentro io, confermo quanto detto e sono felice.

- Che cosa provi al pensiero che nel giorno in cui farai la professione religiosa diventerai vera sposa di Gesù Cristo?

- Se sono felice adesso, quel giorno sarò felicissima, piena di gioia, di commozione e stupore per la gratuità dell'Amore di Dio verso di me.

- Che cosa vorresti consigliare alle lettrici del blog che vorrebbero abbracciare la vita consacrata, ma hanno timore di fare il “grande passo”?

- Alle ragazze che hanno timore di fare il "grande passo" consiglio di pregare, d'invocare lo Spirito Santo, d' interagire col Signore fidandosi di Lui che mette in fuga le nostre incertezze, la frequentazione ai sacramenti: la Confessione sistematica e l'Eucarestia.

venerdì 17 aprile 2015

Esperienza vocazionale


Testimonianza di una ragazza alla quale consigliai di fare un'esperienza vocazionale tra le Monache Benedettine di Fermo.


Carissimo fratello,
                                finalmente riesco a scriverti! Sono passati almeno 5 mesi dall'ultima volta che ci siamo scritti, se ricordi ti avevo contattato per avere informazioni e aiuto riguardo la possibilità di stare qualche giorno in un monastero, possibilmente di ordine benedettino, e tu mi consigliasti, tra gli altri, il monastero delle Benedettine di Fermo. Ed io sono andata proprio là, a fine aprile, ed ho fatto un'esperienza incredibile e meravigliosa che solo la grandissima misericordia di Dio poteva farmi vivere. Proprio a me, povera peccatrice! Voglio ringraziarti perché senza i tuoi consigli non so se avrei mai fatto questo "esperimento"!

Le sorelle di Fermo sono entrate subito nel mio cuore, per la loro gentilezza, la loro dolcezza ed ospitalità. Ora mi sono trasferita a Fermo e vado a pregare con loro al monastero quasi tutti i giorni, ed ogni volta trascorro dei momenti meravigliosi. Ritorno a casa con una gioia nel cuore mai provata prima. Quando sono con loro mi sento a casa, in famiglia; nulla mi turba e basta uno sguardo alla Madre abbadessa e subito lei riesce a cogliere le mie preoccupazioni, le mie ansie, i miei stati d'animo e mi dice le parole giuste, come se mi leggesse nel cuore.

Io non so ancora cosa il Signore desidera da me e dalla mia vita ma di una cosa sono certa: mai mi allontanerò da queste meravigliose suore, sempre saranno nel mio cuore, con i loro sorrisi, la serenità e la purezza dei loro occhi. Ringrazio Dio tutti i giorni per questo dono immenso e spero e prego ardentemente affinché altre giovani donne come me possano gioire nella visione di tanto amore come quello che ho visto e sentito io entrando in questo monastero e vivendo con queste bellissime Spose di Cristo.

Ti saluto, e che Dio ti benedica.
(Lettera firmata)


Cara sorella in Cristo,
                                      sono contento che ti piace frequentare il monastero delle Benedettine di Fermo. Anche io penso che sono persone molto cordiali e caritatevoli col prossimo. Purtroppo, non in tutti i monasteri si trova un clima così fraterno. Un consiglio che do a coloro che vanno in una casa religiosa per fare un'esperienza vocazionale, è di vedere se c'è un clima di carità fraterna. In caso contrario è meglio andare altrove. Infatti, se in un monastero si osservano scrupolosamente tutte le regole, ma poi si manca nella carità, ci si comporta in maniera farisaica. San Paolo insegna che se una persona fa opere meravigliose, ma non ha la carità, nulla gli giova.

Delle Benedettine di Fermo apprezzo molto il fatto che sono particolarmente disponibili ad ascoltare i problemi della gente, e a fornire dei consigli utili. Ovviamente il loro apostolato più importante è la preghiera. Tra l'altro sono contento che amano molto il canto gregoriano, che è il canto tipico della Chiesa.

Ti incoraggio a proseguire nel discernimento vocazionale, nella speranza che tu possa comprendere qual'è lo stato di vita che Gesù buono ha stabilito per il tuo bene sin dall'eternità.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più cordiali e fraterni saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter

martedì 23 settembre 2014

Vita monastica

Una ragazza ha scritto una bella testimonianza sulla vita monastica.

Ciao, mi chiamo [...], ho 28 anni […].
Se qualche volta avete compiuto un ritiro spirituale da soli, forse avrete apprezzato la tranquillita' cui siete andati incontro senza volerlo, la semplicita' di essere costantemente alla presenza di Dio. Puo' succedere che molti di noi non sono abituati a vivere ore non del tutto programmate, prive di notizie, di conversazioni, ci sentiamo ad un certo punto intimiditi dal silenzio. Se non scappiamo dalla solitudine ai primi segni di difficoltà, possiamo imparare a stare soli e rimanere nel silenzio, sembra assurdo ma vero....incomincia in noi anche il desiderio della solitudine e sentire il bisogno di luoghi e momenti in cui noi e Dio stiamo semplicemente insieme privi di eventuali distrazioni (televisione e cellulari) che ci portano ad avere difficoltà a metterci in collegamento col Signore. Impariamo a desiderare un ritiro nel deserto...

Mentre scrivo queste parole immagino la serenita' del Monastero delle Monache Benedettine di Fermo che visito molte volte. ^_^ Ricordo anni fa, quando alcune mie amiche tra cui mia sorella mi invitavano ad andare con loro al monastero, allora non ero molto spinta ad andare...pensavo ad altro, ma al ritorno dal ritiro le mie amiche mi raccontavano entusiaste la loro esperienza; ad un certo punto mi incuriosii e incominciai a chiedermi "Che ci stanno a fare delle donne in clausura?" Travalicare il muro e sbirciar dentro affascina e tenta ogni ricercatore, sempre curioso e interessato, pellegrino della storia. Ma come si svolge la loro vita tutto il giorno? E poi quella molla segreta e misteriosa che le tiene dentro! Quella passione che le lega forte a Cristo....loro sposo per sempre! Stanno insieme nel monastero, tutte travolte dall'unica passione che le ha maritate a Cristo. Pregano, lavorano e alimentano lo spirito e la vita. Curano l'orto per avere frutta, fiori e ortaggi tutto l'anno, nel laboratorio delle ostie preparano particole per la Celebrazione Eucaristica per tutta la Diocesi, nel laboratorio di sartoria per tante ore tagliano, cuciono e ricamano. Accolgono, fedeli al carisma benedettino, tante persone alla ricerca di una parola di vita e ragazze in discernimento vocazionale. Mentre lavorano, non perdono di vista il rapporto con il loro Amato...ma nel loro cuore alimentano ogni attimo l'amore per Lui, custodito attraverso la LECTIO DIVINA quotidiana alla quale, anch’io, sono stata avviata dalla Madre Abbadessa e con la quale, fra l’altro, ho avuto un bellissimo e costruttivo dialogo.

La Comunità benedettina celebra quotidianamente la Liturgia delle Ore. Quando mi recai lì, mi sentii inizialmente estranea, ma loro con semplicità mi invitarono, mi travolsero e presto feci coro, ad ogni cenno discreto intuivo quando dovevo alzarmi e quando sedermi sulle panche. Piano piano la preghiera prendeva calore e colore in me, mi trasportava in un mondo che non e' il mio mondo abituale; e avvertivo che comune e', per me e per le monache, il punto d'arrivo e il punto di partenza: Dio soltanto!!! Le Lodi cantate sono un incanto, bisogna ascoltarli in latino gli inni che cantano ad ogni inizio di liturgia per sentirne il vigore e la fortezza!!! La recita della compieta alla sera completa e chiude il programma di preghiera ufficiale; mi piace tanto la compieta, essa e' proiettata sulla notte, perché passi serena, ristoratrice, e corpo e anima siano ben protetti. Non esiste monastero senza campanella. ^_^ Suona la campanella del monastero tante volte al giorno per richiamare le monache alla preghiera, la sua voce rompe il silenzio e ti fa piacere sentirla: annuncia di lasciare tutto per ritornare ad incontrare e lodare Cristo in chiesa!

Mi sono sentita nascere...e dire che mi sentivo vuota di dentro...si scopre, cosa ormai rara, la capacita' di stupirsi. Questa e' la malattia della nostra societa': non sapersi stupire di nulla. Ma la scoperta di Dio che e' dentro di noi, questa, sì, stupisce ancora. La sua voce ascoltiamola dentro di noi, accogliamola, non chiediamoci come sia possibile che il Signore ci parli, ci chiami. Lasciamo da parte ogni altro interesse e andiamo dove Dio ci fa andare e soprattutto…lasciamoci guidare!

E' necessario respirare l'aria di un monastero per sfiorarne il mistero e innamorarsene. Questo ho meditato nel monastero che mi ospita, con cuore riconoscente...

venerdì 1 agosto 2014

Vita consacrata

Riporto la lettera di una studentessa.


Caro Cordialiter,
                                  sono [...], sono ritornata di nuovo dalle monache benedettine di Fermo durante le vacanze, sono stati dei giorni bellissimi che sono volati in fretta e furia!! Sono stata così bene che non me ne volevo andare!

Ho sperimentato ancora di più la loro vita che agli occhi degli altri sembra strana o impossibile. Il mondo le vede come rinchiuse, tristi e depresse, ma non è così! A me piace molto la loro vita, la loro sintonia, il loro carisma, la loro disponibilità nell'ascolto. Posso dire che le monache di Fermo sono semplici, entusiaste, piena di gioia che viene direttamente da Dio, sentirle cantare i salmi con tanta semplicità e entusiasmo mi ha colpito ancora di più. Inoltre le trovo molto unite fra di loro e questo è ancora più importante.

Ho parlato molto con l’abbadessa e che bei discorsi abbiamo fatto, mi hanno arricchito ancora di più e sentirle dire che si sente realizzata nella sua vocazione mi ha preso il cuore. La trovo anche diretta e questo mi piace molto di lei perché io penso che le cose debbano essere dette subito!

Mi ha proposto anche di parlare con un prete, e io ho accettato volentieri. Abbiamo parlato tantissimo, mi ha parlato della sua vocazione, mi ha consigliato di non disprezzare il sacramento del matrimonio, ma mi ha incoraggiato ad andare avanti nella ricerca vocazionale, visto che sono una ragazza che si scoraggia facilmente, e mi ha detto che ho una comunità che prega per me e che mi sostiene: che sollievo!

Siccome la maggior parte delle persone che sanno che frequento volentieri le monache mi dicono che io scappo dal mondo per venire in monastero, ho domandato all’abbadessa e al prete che cosa ne pensavano a riguardo. Mi hanno detto che non mi trovo sotto ai ponti, ma nella casa del Signore, alla ricerca di Dio. E se anche scappassi, il Signore scrive dritto su righe storte. Contrariamente a quello che pensa il mondo, che cioè chi sta a capo comanda, l’abbadessa con disponibilità si è messa a mio servizio, aiutandomi nello studio della filosofia e della storia.

Ritorno a casa, custodendo nel cuore quest’esperienza.


Cara sorella in Cristo,
                                             sono contento che stai perseverando nel discernimento vocazionale e che ti piace la vita contemplativa.

Purtroppo, è vero che molte persone mondane disprezzano la vita religiosa, soprattutto la vita monastica. Non bisogna stupirsi di ciò, infatti i mondani hanno una visione materialista della vita, non pensano a Dio, pensano solo ad ammassare beni materiali e a divertirsi sfrenatamente. Noi invece sappiamo che siamo stati creati per amare Dio, e il nostro cuore è inquieto sin tanto che non riposa in Lui. Le ricchezze materiali e i divertimenti mondani non possono procurare la vera gioia, solo il Signore può renderci davvero felici. Sono amico di tante suore di clausura di diversi istituti religiosi, e posso dirti che non mi sembrano affatto tristi e infelici, come pensano erroneamente le persone mondane, anzi, a me sembrano le donne più felici. Penso che non abbandonerebbero i monasteri di clausura nemmeno se gli si offrisse in cambio tutto l'oro della terra. La loro missione è molto importante, perché con le loro preghiere e penitenze ottengono da Dio molte grazie spirituali e materiali per tutta l'umanità. Più monasteri ci sono e meglio è per tutti!

Inoltre bisogna ricordarsi che il nostro obiettivo è di salvarci l'anima. Alcuni pensano erroneamente che dopo la morte tutte le anime vadano in paradiso. Invece la Madonna a Fatima ha detto che molte anime vanno all'inferno. Ma mentre nel mondo ci sono tante occasioni per commettere dei peccati mortali e dannarsi, invece in quelle oasi di pace che sono i monasteri è molto più facile vivere da buoni cristiani e salvarsi l'anima. 

I mondani non sono esperti di questioni spirituali, pertanto quando qualcuno lascia il mondo perché si è sentito attrarre da Dio alla vita religiosa, loro lo accusano di averlo fatto solo per sfuggire dalle proprie responsabilità. Possono fare tutte le critiche che vogliono, non mi convinceranno mai. Sono persone accecate dal materialismo, ecco perché non riescono capire gli argomenti spirituali.

Continua a pregare lo Spirito Santo di farti capire quale stato di vita devi eleggere. Sarebbe una grazia immensa se tu fossi stata prescelta per divenire sposa di Gesù Cristo, abbracciando la vita consacrata.

Approfitto dell'occasione per porgerti i miei più fraterni e cordiali saluti in Gesù e Maria,

Cordialiter

mercoledì 7 maggio 2014

Ritiro spirituale in monastero

Pubblico la testimonianza di una ragazza che ha trascorso alcuni giorni nel monastero delle Benedettine di Fermo.

Ciao, mi chiamo [...], e scrivo questa testimonianza con l'intento di dare speranza a quelle persone che hanno perso la giusta via in questo momento, e magari si sentono persi come è capitato a me.

Ringrazio innanzitutto la persona che ha creato il sito del Monastero di Fermo senza il quale non avrei avuto la possibilità di trovare ciò che cercavo. Non avevo le idee chiare sul dove, come e quando, ma ho semplicemente fatto una ricerca su Google, ascoltando il bisogno del mio cuore. Ho subito trovato "Monastero Monache Benedettine di Fermo" e visitando il sito molto chiaro e semplice, ho scoperto un nuovo mondo per me, in cui potevo entrare per guarire le ferite del mio cuore e del mio spirito. I motivi che mi hanno spinta ad avvicinarmi al Signore sono molto personali e dolorosi, quindi preferisco raccontarvi in breve ciò che ho trovato...

Sicuramente mi sono trovata di fronte a delle Suore, ma soprattutto a delle  persone umane e misericordiose, accoglienti nel cuore e nella loro casa, capaci di aprirti una porta e farti vedere la Luce di quel faro che guida Loro e che ora guida anche me, nel mio piccolo, verso la pace e la libertà di vivere serenamente. Sono entrata a testa bassa ed esco da qui a testa alta grazie alla Loro parola, ai loro sguardi dolci, ai loro sorrisi e alla loro preghiera che mi hanno permesso di seguire in tutta la sua bellezza. I Loro occhi e le loro voci angeliche rimarranno dentro di me sempre, fino al mio ritorno al Monastero di Fermo, perché so che la porta è sempre aperta.

Un ringraziamento particolare alla Madre Abadessa per la sua saggezza e dolce
guida del cuore.


giovedì 10 aprile 2014

La giornata in monastero

Ore 5,00: sveglia

Ore 5,30: Ufficio delle Letture - Gruppi di salmi alternati a letture prese dalla Bibbia e dai Padri della Chiesa.

Ore 6, 05: Lectio Divina - La lectio divina costituisce una componente essenziale della giornata monastica e consiste nella lettura di una pagina della Bibbia che tende a diventare preghiera e a trasformare la vita, in un clima di silenzio interiore ed esteriore.

Ore 7,30: Lodi

Ore 8,00: Santa Messa - Cuore e culmine della preghiera, cui tutto converge come preparazione.

Dopo colazione: lavoro - S. Benedetto vuole che le monache siano laboriose perché diffida dell’ozio, ma il lavoro deve essere fatto in determinate ore e deve alternarsi allo studio e alla preghiera. Cosa significa questo orientamento? Non c’è possibilità per il lavoro di svilupparsi o di degenerare nell’attivismo. Ogni tanto, quindi, il suono della campanella fedele ci richiama a Dio e ci ricorda che il lavoro non è fine a se stesso, ma lo si deve vedere in un contesto comunitario; diventa così un mezzo di collaborazione fra noi tutte, una costruttiva emulazione e non una distruttiva competizione. Il lavoro nella giornata monastica ha in sé tanta dignità quanta ne ha l’adorazione in cappella o una lettura spirituale: esso ha come finalità l’avvicinamento a Dio e agli altri.

Ore 12,30: Ora Sesta

Segue pranzo durante il quale si legge (articoli, libri, si ascolta musica).

Riposo

Ore 15,30: Ora Nona

Poi di nuovo lavoro e studio

17,45: Santo Rosario e Vespro.

Ore 19,30: Cena

Segue incontro fraterno.

Ore 21,15: Compieta - Ultima preghiera prima del riposo notturno.

mercoledì 18 dicembre 2013

Sale della terra e luce del mondo

Il filosofo danese Soren Kirkegaard ha scritto: “La fede ci rivela la contemporaneità di Gesù”.

La Parola che ci ha consegnato Gesù: “Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” (Mt 5, 13-14) raggiunge quindi anche noi e risuona come una definizione, quasi un nome evangelico e, nello stesso tempo, come una chiamata, un mandato.

Sale e luce hanno delle caratteristiche importanti e preziose, che ci richiamano l’autenticità e il dono. Se il sale diventa insipido “a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. Giovanni ci dice che “DIO è luce e in Lui non ci sono tenebre”. Gesù stesso ha chiara consapevolezza di ciò: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8, 12). Essere luce, essere sale: immagini- programma che ci vengono consegnate.

Cosa significano per la nostra vita, per la nostra esperienza? Ci risponde Giovanni: “Se diciamo che siamo in comunione con Lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” (1Gv 1, 6). A questa parola fa eco un’altra, quella di Matteo: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (7, 21).

Siamo richiamati subito alla lealtà, alla sincerità, non solo nel senso di dire la verità, ma di farla e di esserla. Bando, quindi, alle doppiezze ed ipocrisie, a quello stare col piede e col cuore su due staffe. Mai rivestirci della pelle del leopardo o della veste del camaleonte, ossia “bravi in Chiesa, fuori ambigui”. Il deciderci per Cristo, avventura di ogni giorno, non toglie fragilità e debolezza, ma chiede sincerità. Se Dio è luce, non possiamo vivere nella menzogna. Questa luminosità di Dio si traduce per noi anche nella consapevolezza di essere immensamente amati da Dio. Carlo Carretto a riguardo dice: “ Il rapporto con Gesù è abbronzante. Come al mare, se vuoi la tintarella ed essere bella devi esporti al sole, così se vuoi abbronzarti dell’amore di Gesù, devi stargli spesso vicino”. Condizione senza la quale non possiamo conquistare la libertà, soprattutto quella interiore: liberi dalle mode che schiavizzano a tutte le età, anche per via di quel riscatto che noi adulti inconsciamente attiviamo fungendo da “cuscinetti” per le nuove generazioni che “non devono soffrire come noi, non devono essere privi di nulla”, rendendole così come bambocci senza spina dorsale, del moderni “Peter pan”. Libertà dal conformismo che pianifica, che annulla la coscienza soggettiva inglobandola nella giungla collettiva la cui bandiera è “fan tutti così”. Questa è una vera e propria sfida, coerenti con se stessi, capaci di provocare e di far interrogare, resistendo alla moda del tempo con le proprie e libere convinzioni. Dove attingerle? Attacchiamo il nostro carro alla stella. La stella, anzi il sole è Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Noi dobbiamo essere le stelle come i testimoni che ci hanno preceduto e che hanno dato sapore alla Chiesa. Essere cioè profeti nel rispetto della memoria e della stima per i valori della tradizione. Dobbiamo curare la formazione permanente, ricercare momenti intensi e prolungati di riflessione e preghiera, coltivare la lectio divina, ossia l’ascolto sapienziale della Parola di Dio che diventa così luce ai nostri passi; farsi aiutare perché luce e sale non ci si improvvisa, ma si diventa aiutati. Il sale ha un suo dono: sparire per dare gusto e sapore al cibo. Il sale della vita è l’Amore e chi vive l’Amore sente il gusto della vita trasmettendolo agli altri. Sia in famiglia che nella società dobbiamo essere tessitori di comunione e fraternità, accogliendo il precetto di Gesù: “Che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati” (Gv 15, 12). Cominciamo dal semplice sorriso che ha la magìa di accogliere, di creare serenità, armonia e comunione; seri, ma non seriosi perché “un santo triste è un santo tristo”. Essere sale e luce è vivere la vita come una festa, essere cantori della vita. Questo atteggiamento è donare speranza ad un mondo che langue disperato. Il grande segreto del cristianesimo è la gioia. Chi non percepisce la gioia della fede vuol dire che non crede, perché la fede non è altro che un’immersione in Dio, e la natura di Dio, diceva Dostoewskij, è rendere felici. In una singolare vita di Gesù intitolata “Volete andarvene anche voi?”, Luigi Santucci scrive: “Bisogna togliere al demonio la prerogativa della felicità. I gaudenti del mondo devono sapere che non stiamo dalla loro parte per paura dell’inferno, ma perché dalla nostra parte si gode infinitamente di più”. In altre parole: il BENE è bello perché fa bene, e per questo Lui lo ha comandato. Il BENE è bello, la BONTA’ è affascinante: dobbiamo crederci!

 Madre M. Cecilia

giovedì 17 ottobre 2013

Entrare in monastero

Una ragazza mi ha scritto una bella testimonianza sulle Monache Benedettine di Fermo.

Finalmente sono riuscita ad approdare nel luogo dove per la prima volta ho avuto un incontro autentico con il Signore. Sto parlando del Monastero “San Giuliano” delle Benedettine di Fermo.

L’anno scorso, durante la settimana Santa ho iniziato a sentire un desiderio così forte di stare in un monastero che razionalmente non me lo sapevo spiegare. Così iniziai a informarmi su internet e telefonai ad un monastero francescano. Lasciai più di un messaggio nella segreteria telefonica però nessuno mi richiamò. Al che pensai che potevo recarmi in qualunque altro monastero e magari anche più vicino. Così lessi su un blog tra le varie esperienze, che un’oblata aveva avuto un’esperienza di accoglienza in un monastero di Fermo dove raccontava di essersi trovata molto bene e parlò anche del carisma della madre Abbadessa che l’aveva ascoltata e aiutata. Mi colpirono molto le sue parole, così mi incuriosii e pensai che era proprio il posto ideale per me. Chiamai per telefono la sera e mi dissero che avrei dovuto richiamare il giorno dopo perché avrei dovuto parlarne con la Madre. E così fu. Il giorno stesso la Madre mi disse di sì. Così feci la mia prima esperienza di accoglienza durata 4 giorni. Poi mantenni il contatto con la Madre durante tutto il tempo vissuto all'estero e al mio ritorno in Italia, e nell’arco di un anno tornai per la seconda volta, poi la terza e infine la quarta il mese scorso, dove ho assistito ai meravigliosi esercizi spirituali predicati da un pio sacerdote, le cui ricche e profonde meditazioni, sia dal punto di vista umano che teologico-filosofico,  mi hanno offerto l’opportunità di capire, approfondire, confermare alcuni concetti sull’”abitare con Gesù”, consentendomi di far crescere in me la forza ed il benessere, e fornendomi  una nuova chiave di lettura per affrontare le mie problematiche. Dopo soltanto 4 esperienze di accoglienza posso dire che il monastero delle monache benedettine è diventato per me la mia seconda casa, l’unico luogo dove riesco a sentirmi in pace, in armonia, dove riesco a riposare, dove posso essere me stessa e sentirmi accolta, amata, ascoltata, coccolata. Nel monastero ho vissuto momenti d’intensa riflessione  e meditazione nei dialoghi con la Madre Abbadessa che mi ha letto dentro e mi ha guidata facendomi scoprire che Dio è misericordioso. Poi, altra scoperta: la lectio divina individuale e condivisa, dove la Parola non è solamente teoria ma diventa prassi, ossia carità che plasma la vita quotidiana. Il monastero è il luogo scandito dalla preghiera e dal lavoro, (ma non dal semplice pregare e lavorare),  dove la preghiera viene espressa con intensa dolcezza, silenzi, parole e canti angelici gregoriani, e dove il lavoro viene vissuto con il sorriso in simbiosi con Gesù. Ogni cosa, ogni azione, ogni oggetto viene mosso unicamente dall'amore e dalla gioia (una tavola apparecchiata, i pasti squisiti, e tutti i lavori fatti a mano come il presepe, la pittura su vetro, i ceri decorativi, le icone, i rosari e le coroncine, i portafogli e le borse, le ostie, i biscotti, i vestiti battesimali e le tuniche, il modo di prendersi cura dell’orto, ecc..) e ci si chiede come può una cosa così semplice essere trasformata in qualcosa di così straordinario e meraviglioso. Ed oltre a tutto ciò che si fa quotidianamente, il monastero delle monache benedettine è a tutti gli effetti una comunità  terapeutica spirituale  dove la madre Abbadessa, dalla  carismatica autorevolezza, e  come madre spirituale, è riuscita concretamente, sospinta non solo dai precetti della sua ricca preparazione teologica e pedagogica, ma soprattutto dall'amore caritatevole che nasce e si nutre dell’amore di Cristo, a creare una vera e propria rete di aiuto esterna, in collegamento continuo con il  monastero; ogni giorno arrivano numerose mail e giungono alla porta del monastero persone che richiedono preghiere e ascolto sulle più disparate condizioni di disagio, sofferenza, disgrazia, e incredibilmente tutte le numerose richieste vengono evase. Le sorelle sono come angeli!

Ma il monastero  è  anche il luogo dove nel contempo  si vive molto il senso della fraternità, dell’armonia nei rapporti interpersonali, nell'aiuto reciproco dove centrali sono l’amore di Cristo e la gioia della sua resurrezione, manifestata non solo nell'azione quotidiana, nel lavoro e nella preghiera, ma anche attraverso momenti di convivialità, giovialità, canti. Un altro mito da sfatare: non è vero che il monastero sia un luogo avulso dalla realtà esterna. Ogni giorno si ascoltano le notizie e c’è una grande attenzione e preoccupazione per tutto ciò che accade fuori, ed ogni giorno si cala la preghiera nella realtà di tutti i bisognosi… e tutti  sappiamo quanto possa essere imprescindibile e potente la preghiera! Mai mi sarei aspettata di trovare tanta apertura al mondo esterno come in un monastero di clausura e mai mi sarei immaginata che si facessero così tante cose. Sembra che una giornata non basti mai per poter terminare tutto ciò che ci si era preposto di fare. Il monastero è stato per me il luogo che mi ha ridonato la speranza e la forza per affrontare tutte le mie problematiche diventate insostenibili, mi ha arricchita nello spirito e nel cuore, nella pace e nell'amore e mi ha permesso di  ritrovare un senso nella mia vita. È il luogo dove ho fatto i conti con il silenzio, le paure, le sofferenze, i dubbi, le delusioni, dove gli affanni si sono trasformati in gioia suscitata dalla presa di coscienza che non sono più sola, perché sono certa che Gesù non mi abbandonerà mai, qualunque sarà la mia situazione di sofferenza, così come non mi abbandonerà mai questa splendida famiglia che prega per me e si preoccupa per me! Non mi basterà una vita per poter contraccambiare tutto ciò che mi è stato donato in questo piccolo paradiso che è il Monastero delle Benedettine! 

A tutte voi ragazze che vi trovate in questo momento, e non casualmente, a leggere queste testimonianze di esperienze vissute nel monastero, o perché sentite la necessità di capire o approfondire la vostra vocazione, o per convertirvi, o per assaporare l’amore infinito, la gioia, la forza e la speranza, qualunque sia la vostra situazione, sappiate che in questo Monastero il Signore parlerà al vostro cuore attraverso la fervorosa preghiera delle monache, attraverso la lectio divina e il dialogo.

Grazie di cuore!